Ha tenuto attaccata mezza Italia allo schermo durante le sue corse in moto: ed in quella mezza Italia c’era sicuramente tutta Poggiomarino, la sua città d’origine che ha gioito, esultato e si è disperata per il grande mondiale disputato e perso soltanto per un punticino, nonostante Alfonso Coppola fosse appena al primo anno della classe Supersport 300. Foffy sta aspettando adesso l’inizio della prossima stagione ed intanto, tra un allenamento e l’altro, è venuto a trovarci nella sede di Autoricambi Nova. Un ragazzo umilissimo e intelligente, pronto già al salto nella Supersport 600 dove è stata la Yamaha a volerlo con una moto ufficiale.
Ti aspettavi un anno da protagonista ed una “promozione” così veloce?
«In realtà no. Mi sono reso conto di potere dire la mia nel Mondiale dopo Donington quando ho visto che ero in grado di competere con i migliori. Adesso sono però certo che con la nuova classe sarà ancora tutto più complicato e servirà almeno un anno di duro apprendistato. L’anno scorso ho perso il titolo per un punto e qualche particolare ma adesso ho una nuova grande occasione».
Hai avuto l’opportunità di confrontarti con i grandi piloti, con chi hai i rapporti migliori?
«Sicuramente con Marco Melandri, con cui mi sento molto spesso e che mi dà anche qualche importante consiglio. Poi in Yamaha ho avuto l’opportunità di conoscere Valentino Rossi. Ci siamo salutati e mi ha addirittura riconosciuto dicendo di seguire spesso le mie gare, mi ha anche fornito qualche dritta sulle tecniche di guida. Chiaramente per me è un onore enorme».
Hai vinto diverse gare, cosa si sente a fare risuonare l’Inno di Mameli in tutta Europa?
«Si tratta di un’emozione indescrivibile soprattutto se si pensa che attraverso una tua prestazione puoi rendere contente altre persone. Mi hanno riferito della mia Poggiomarino attenta alle gare ed in festa dopo i buoni risultati: Naturalmente non può che riempirmi di gioia».
Adesso, però, con la 600 e la scuderia ufficiale, cambia veramente tutto…
«Sì, c’è un team diverso che naturalmente punta dritto al sodo. Ci saranno tante piste fuori dall’Europa e sarà necessario un lavoro importante di telemetria per mettere il mezzo in ordine. Avere la piena fiducia della Yamaha, che del resto ha scelto me anziché il campione della 300, è per me un traguardo importante».
Qual è il tuo sogno?
«Naturalmente è la Moto Gp, sarebbe il massimo arrivare a confrontarsi tra i più grandi campioni».